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Too young? Il cancro del colon negli under 50

CANCRO DEL COLON: UNA MALATTIA UNDER 50?

Nonostante tra gli individui di età superiore ai 50 anni l’incidenza e la mortalità del cancro del colon-retto si siano ridotte negli ultimi anni, grazie soprattutto ai programmi di screening, per motivi ancora sconosciuti l’incidenza di tale patologia nella popolazione di età inferiore ai 50 anni è cresciuta drammaticamente. Nei soli Stati Uniti, per come risulta dai registri epidemiologici, l’incidenza del cancro del colon-retto ogni 100.000 giovani adulti è aumentata dell’1,6% nelle donne e dell’1,5% negli uomini per anno tra il 1992 e il 2005; sempre negli USA, il numero di nuovi casi diagnosticati ogni anno negli under 50 raggiunge le 13000 unità.

cancro del colon, under 50

CANCRO DEL COLON UNDER 50: ELEVATA MORTALITÀ

Il dato drammatico è l’elevata mortalità che si osserva in questi pazienti, dovuta principalmente ad un ritardo nella diagnosi, di cui sono responsabili tanto i pazienti che i medici: i primi perchè spesso non comprendono o sottovalutano i sintomi, i secondi perchè tendono a non correlare i sintomi con la patologia, in considerazione dell’età dei pazienti: la conseguenza è che un errore diagnostico si registra nel 15-50% dei casi, a seconda dei reports.

Da sempre, i Medici associano la comparsa del cancro del colon in età giovanile con alcune sindromi ereditarie, come la sindrome di Lynch. Tuttavia, oggi sappiamo che nel 75% circa dei casi in questi pazienti il tumore non è correlabile nè con una sindrome ereditaria nè con alcuna familiarità.

È invece interessante notare come, negli USA, l’aumentata incidenza negli ultimi 30 anni del cancro del colon negli under 50 sia affiancata, nello stesso gruppo di pazienti, da un parallelo aumento dell’incidenza dell’obesità e del diabete. Nella stessa popolazione si è osservato, nel medesimo periodo, un aumento del consumo di bevande zuccherate ed una diminuzione nell’assunzione di latte – ricco di calcio, che sembra essere un fattore protettivo nei confronti del cancro del colon. Sono stati registrati anche altri fattori, sia comportamentali che dietetici, associati alla precoce insorgenza della malattia, e tra essi l’aumentato consumo di preparati di carne di origine industriale, l’abuso di alcool e lo scarso esercizio fisico. Tuttavia, i dati disponibili sono ancora insufficienti. Al momento, sono in corso ricerche sulle possibili relazioni tra la malattia ed i cambiamenti nella flora batterica intestinale e l’esposizione a tossine ambientali ed a farmaci quali statine ed antibiotici.

CANCRO DEL COLON UNDER 50: CHE FARE?

Cosa fare, allora? Il cancro del colon è una malattia curabile quando diagnosticato precocemente, ma la drammatica riduzione dell’età media della sua insorgenza deve far riflettere sia gli epidemiologi che noi clinici. Personalmente ritengo che si debba produrre il massimo sforzo sia nell’identificare i fattori di rischio nei giovani adulti, che nell’educare questa fascia di popolazione, sensibilizzandola verso i possibili segni precoci della malattia – cambiamenti dell’alvo, sanguinamento, modificazioni dell’aspetto delle feci… – e soprattutto nell’ampliare i programmi di screening, anche implementando nuove tecniche di biologia molecolare, di acune delle quali abbiamo parlato in precedenti articoli.

Source: “Why Is Colorectal Cancer Targeting the Young?“, di Cynthia J. Gordon

ernie, Panamá
Ernie panameñe: cronaca di un successo

E così, sono stato a Panamá. Ho ritrovato vecchi amici, ne ho conosciuti di nuovi, ma soprattutto ho avuto la gioia di operare con loro, di spiegare le mie tecniche, di dimostrarle e di insegnarle, e di aiutare qualche paziente a risolvere i suoi problemi di parete.
In quattro giorni ho eseguito una ventina di interventi, la metà per via laparoscopica minimamente invasiva; ho avuto la fortuna di accedere a sale operatorie ultramoderne e superaccessoriate, e di usare protesi di altissima qualità, come la Herniamesh Relimesh o la nuovissima Hybridmesh, una rete che nel giro di due anni si riassorbe per il 75%, lasciando infine nel paziente pochissimo materiale estraneo. Una rete fantastica per le riparazioni di parete, ad esempio, negli atleti o negli adolescenti. Niente a che vedere con le ormai scarsissime risorse del Sistema Sanitario Nazionale italiano, destinate, oltretutto, ad assottigliarsi ulteriormente nei prossimi anni.
Ho operato pazienti con ernie inguinali, ernie crurali, ernie epigastriche, laparoceli successivi, soprattutto, ad interventi di ginecologia od a tagli cesarei. Interventi in alcuni casi molto complessi, ma sempre portati a termine con ottimi risultati. Insomma, è stato davvero esaltante, un pieno successo. Ed ecco la fotocronaca di quei giorni!

ernie, ernia inguinale, laparocele, Panamá
Lo staff di sala operatoria. Io sono quello in seconda fila, col berrettino colorato: prima le bellezze locali!

 

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Caso piuttosto complesso: grande ernia addominale su incisione di Pfannestiel, il taglio normalmente usato dai ginecologi per le isterectomie ed i parti cesarei. Qui sto disegnando la forma della protesi sull’addome della paziente, protesi che verrà collocata per via laparoscopica

 

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Con il mio grande amico Miguel Aguirre. Sto ritagliando la rete, una Relimesh, da posizionare per via mininvasiva laparoscopica

 

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Sempre con Miguel, mentre disegnamo la forma della rete Relimesh per un altro paziente

 

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Foto di gruppo dell’équipe chirurgica

 

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La magia delle luci in chirurgia laparoscopica!