Un nuovo test per lo screening del cancro del colon

Un gruppo di ricercatori canadesi ha recentemente comunicato di aver messo a punto un test grazie al quale è possibile ritrovare nel sangue le “tracce molecolari” della presenza di polipi precancerosi del colon. Se i risultati dello studio venissero confermati, si potrà disporre di un esame di screening per il cancro del colon sensibile, specifico, poco costoso ed assolutamente non invasivo, da  affiancare alla più tradizionale ed invasiva colonscopia.

È proprio grazie a quest’ultima che oggi riusciamo a diagnosticare e curare precocemente il cancro del colon, od addirittura a prevenirlo, asportando nel corso dell’esame  quelle lesioni precancerose – i polipi – dalla cui evoluzione può avere origine il tumore stesso.

Tuttavia, la colonscopia è un test costoso e sgradevole per i pazienti; è necessaria una preparazione del colon con potenti lassativi nei giorni precedenti l’esame, ed il paziente per poterlo tollerare deve sottoporsi a sedazione o ad anestesia. Gli attuali programmi di screening prevedono che la colonscopia venga eseguita a partire dai 50 anni, o prima se si ha una familiarità per il cancro del colon; tuttavia, trattandosi di un esame non propriamente “piacevole”, sono molte le persone che decidono di non eseguirlo. Ecco perchè numerosi gruppi di ricerca in tutto il mondo si affannano per mettere a punto test di screening meno invasivi.

Lavorando in tal senso, i ricercatori della BC Cancer Agency e della University of British Columbia hanno scoperto che esistono delle differenze tra il sangue dei pazienti con polipi precancerosi e quello dei pazienti sani; e su questi risultati si basa il test ematochimico che hanno elaborato.

In particolare, sono stati ripresi i risultati di un precedente studio, con il quale era stata dimostrata la presenza di differenze nello spettro Raman del sangue di pazienti sani rispetto al sangue di pazienti portatori di cancro del colon. La nuova ricerca ha dimostrato che differenze spettroscopiche esistono anche tra il sangue di pazienti con polipi precancerosi rispetto a quello di pazienti sani, e che ciò può essere applicato in clinica nei programmi di screening.

Dev’essere chiaro: nessun esame del sangue arriverà mai a sostituire la colonscopia, che dovrà comunque essere realizzata al minimo sospetto della presenza di polipi; ma sicuramente sarà più facile ampliare la platea di persone che si sottoporranno ai programmi di screening. Oggi il cancro del colon è un malattia da cui si guarisce: basta identificarlo e  curarlo in tempo.